Quali milizie sostengono Khalifa Haftar e quali Fayez al-Sarraj?
Muoversi nel complesso magma delle milizie libiche, che si sono rafforzate dopo la guerra del 2011, acquisendo, in assenza di un controllo contrale, potere e territorio, è estremamente difficile visto che il “cambio di casacca” è lo sport preferito dai gruppi locali. Detto questo, possiamo tentare una estrema sintesi della situazione sul campo. Haftar è supportato sin dal 2014 dal cosiddetto Esercito nazionale libico (Lna). Secondo quanto riportato dall’International Institute for Strategic Studies, l’esercito di Haftar avrebbe circa 25.000 uomini. Si tratterebbe, in parte, di militari delle forze armate di Muammar Gheddafi integrate da personale che proverrebbe dalla Saiqa, unità delle forze speciali e paramilitari che furono impiegati per stanare i jihadisti da Bengasi nel 2017 (circa 3500 uomini). Altro personale è fornito dalla milizia salafita dei Madkhaliti, vicina all’Arabia Saudita, Paese sponsor di Haftar. Ci sono poi mercenari ciadiani e sudanesi, gruppi tribali armati e guardie di impianti petroliferi dei quali Hafar ha acquisito l’acquiescenza, specie nel Sud, durante la sua avanzata. La lista potrebbe continuare ma, in sintesi, potremmo dire che buona parte delle milizie del generale – a livello locale – combattono con lui, sia perché ben retribuiti (Gheddafi docet), sia in maniera strumentale per assicurarsi porzioni di territorio. È plausibile ipotizzare che, una volta finita la guerra, difficilmente cederanno armi e potere senza avere qualcosa in cambio.
Passiamo a Sarraj. Qui il quadro si fa più complesso perché, storicamente, il leader può contare su una serie di milizie che, però, più che essergli fedeli, ne usano l’autorità per accreditarsi nel panorama locale. Puro opportunismo, insomma. Detta in altri termini, sono loro che comandano e il Gna di Sarraj è l’ombrello sotto il quale combattono per avere una legittimità. La lista delle milizie pro-Sarraj sarebbe davvero lunga e poco affidabile (vista la già menzionata propensione ai cambi di casacca) e dunque citeremo solo le più importanti. Il leader di Tripoli può contare sulle milizie di Misurata e su una parte delle forze di Zintan, prima fedeli all’Est libico e ora divise nel loro supporto tra il Gna e l’Esercito nazionale libico. Chiaramente l’ago della bilancia è Misurata: più di 40.000 uomini che combattono non tanto per la fedeltà a Sarraj, ma per mantenere la loro posizione privilegiata e l’autonomia (Misurata è una città Stato ormai) che si sono meritatamente aggiudicate durante la guerra contro lo Stato islamico a Sirte nel 2016, in cui hanno dimostrato la loro notevole capacità militare. Sono loro che fanno la differenza.
Potemmo dire che Hafar, nella sua avanzata, si è arenato sulla via di Misurata, che è stata in grado di rispondere via terra e via aerea agli attacchi del generale. Molte delle milizie che combattono fanno riferimento alle potenze del Golfo e dunque hanno un’impostazione ideologica e religiosa ben precisa.
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