Nel 2018 un rapporto della Banca mondiale parlava di ben 507 conflitti nel mondo legati al controllo delle risorse idriche. Le guerre del futuro si combatteranno per “l’oro blu”?
Mentre tutto il mondo è concentrato sull’analisi delle risorse energetiche come principale fattore di guerre, poco si parla, invece, dell’acqua, la cui scarsità potrebbe mutare i destini dei futuri conflitti globali. L’UNESCO, in un rapporto dal titolo emblematico The United Nations world water development report 2019. Leaving no one behind, stimava che nel mondo 2,1 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua potabile e 4,5 miliardi non hanno servizi igienici sicuri. I rifugiati sono la categoria più debole e maggiormente esposta alle crisi idriche. Sempre nel rapporto si legge che, dal 2015 al 2019, 25,3 milioni di persone all’anno, in media, migrano a causa dei disastri naturali. È evidente che, come ribadito da molti esperti, non è solo la situazione geopolitica mondiale a causare le migrazioni ma anche il cambiamento climatico in atto.
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