“Il contributo italiano è indispensabile per mettere ordine nelle molteplici contese” del Mediterraneo, ha detto Di Maio: davvero l’Italia gioca ancora un ruolo centrale nel Mediterraneo? E lo potrà giocare anche in futuro?
L’Italia in questo momento non ha alcun peso nel Mediterraneo, basti pensare al caso libico, paese con cui abbiamo sempre avuto un rapporto privilegiato, ma dopo l’attacco contro Gheddafi abbiamo pian piano perso tutti gli asset che avevamo nell’unico paese del Mediterraneo. Facevamo quasi invidia ai nostri partner europei. Ma se continueremo a giocare di sponda, tenendo una politica di risposta alle singole problematiche che arrivano dal Mediterraneo, recandoci ad esempio in Tunisia, come è stato fatto, per cercare un accordo per fermare gli sbarchi, in questo modo anche in futuro non potremo avere nessun ruolo.
Chi ci ha soffiato il ruolo?
Ci sono attori molto forti come la Russia e la Turchia, che giocano ruoli di primo piano anche in altri scenari, ad esempio in Siria. Ci sono poi attori regionali come l’Arabia Saudita, il Qatar, gli Emirati Arabi Uniti. Una partita, quindi, che ci è sfuggita di mano, mentre altri grandi protagonisti europei, come la Germania, fautrice del vertice di Berlino sulla Libia, ma anche la Francia, che recentemente ha discusso per aumentare la produzione di gas e petrolio in Libia, ci hanno sottratto quote di influenza. Non abbiamo peso e continuando con questo approccio di non-politica non acquisteremo alcuna importanza, in un’area che invece è nevralgica per poter contare in Europa.
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