ACCORDO TUNISIA-LIBIA
- Mediaset
- TgCom24
Accordo Tunisia-Libia per i migranti
Tunisia e Libia insieme per i migranti
L’accordo tra Tunisia e Libia è un segnale positivo perché due paesi nord-africani confinanti si sono accordati in maniera autonoma per gestire una gravissima situazione, quella dei migranti in condizioni disperate a Ras Jedir. È positivo che questi 300 migranti saranno distribuiti tra questi due paesi. Meno positivo, invece, è che saranno probabilmente ospitati in centri di accoglienza che non danno garanzia del rispetto dei diritti umani. Questo accordo, comunque, dimostra che esiste un minimo impegno e ascolto da parte di questi due paesi nei confronti della comunità internazionale. È una strada per poter gestire congiuntamente la questione migranti.
Il pericolo migranti dal Niger
L’accordo tra Tunisia e Libia è un segnale positivo perché due paesi nord-africani confinanti si sono accordati in maniera autonoma per gestire una gravissima situazione, quella dei migranti in condizioni disperate a Ras Jedir. È positivo che questi 300 migranti saranno distribuiti tra questi due paesi. Meno positivo, invece, è che saranno probabilmente ospitati in centri di accoglienza che non danno garanzia del rispetto dei diritti umani. Questo accordo, comunque, dimostra che esiste un minimo impegno e ascolto da parte di questi due paesi nei confronti della comunità internazionale. È una strada per poter gestire congiuntamente la questione migranti.
L’Africa presa di mira dalle potenze internazionali
L’accordo tra Tunisia e Libia è un segnale positivo perché due paesi nord-africani confinanti si sono accordati in maniera autonoma per gestire una gravissima situazione, quella dei migranti in condizioni disperate a Ras Jedir. È positivo che questi 300 migranti saranno distribuiti tra questi due paesi. Meno positivo, invece, è che saranno probabilmente ospitati in centri di accoglienza che non danno garanzia del rispetto dei diritti umani. Questo accordo, comunque, dimostra che esiste un minimo impegno e ascolto da parte di questi due paesi nei confronti della comunità internazionale. È una strada per poter gestire congiuntamente la questione migranti.
L’approccio dell’Italia
C’è appena stato un colpo di stato in Niger, c’è la guerra in Sudan e altre tensioni; c’è la crisi del grano e c’è la siccità. Allargando lo sguardo all’immenso continente africano, quindi, appare evidente che l’immigrazione è un fattore strutturale e che difficilmente potrà essere fermata nel breve periodo. L’approccio dell’Italia, emerso nel corso delle conferenza di Roma del 23 luglio, per una cooperazione alla pari e un approccio non predatorio, potrebbe essere una soluzione; in quell’incontro sono stati ricevuti vari capi di stato di paesi africani e sono stati ascoltati anche i loro problemi. Risolverli richiede certamente soluzioni e investimenti di lungo periodo, ma questo è l’unico approccio che in questo momento appare sensato.